“La cacciatrice di storie perdute” di Sejal Badani è un romanzo che, nonostante le premesse interessanti, non è riuscito a coinvolgermi come avrei sperato. La storia parte con buone intenzioni, intrecciando temi importanti come la perdita, il dolore e la riscoperta delle proprie radici, ma purtroppo l’eccessiva insistenza su alcuni argomenti ha finito per appesantire la narrazione. Il tema dell’aborto spontaneo, senza dubbio delicato e significativo, occupa una parte centrale della trama, ma per me è risultato troppo predominante, rendendo la lettura emotivamente faticosa e meno equilibrata di quanto avrei desiderato. Allo stesso modo, il focus sull’identità indiana, pur essendo cruciale per il contesto e per la crescita personale della protagonista, mi è sembrato ripetitivo e spesso eccessivamente enfatizzato, quasi a scapito dello sviluppo di altri elementi narrativi.
Il ritmo lento del romanzo ha ulteriormente influito sulla mia esperienza di lettura. Anche se la scrittura è elegante e ricca di dettagli, la mancanza di momenti dinamici o di colpi di scena significativi ha reso la trama prevedibile e poco coinvolgente. Ho avuto difficoltà a entrare in sintonia con Jaya, la protagonista, che, seppur ben costruita sul piano emotivo, mi è sembrata a tratti passiva, quasi spettatrice degli eventi che la circondano, piuttosto che una figura attiva e determinata nella sua ricerca di risposte.
Nonostante queste riserve, riconosco il merito dell’autrice nel dipingere un’ambientazione vivida e affascinante, che permette al lettore di immergersi nelle atmosfere dell’India coloniale e contemporanea. I temi trattati sono universali e toccanti, e penso che chi apprezza storie introspettive e cariche di emotività possa trovare in questo libro qualcosa di significativo. Tuttavia, per i lettori che preferiscono una narrazione più dinamica o un approccio meno ripetitivo a tematiche profonde, come nel mio caso, il libro potrebbe risultare meno efficace. Pur non essendo riuscita a connettermi completamente con la storia, riconosco l’impegno dell’autrice nel creare una trama ricca di emozioni e riflessioni, che sicuramente troverà il suo pubblico tra chi cerca un’esperienza di lettura più meditativa e riflessiva.

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