Ci sono libri che scegli.
E poi ci sono libri che si scelgono da soli.
Tutto è iniziato una mattina ad Alba, in quella Mondadori del centro che profuma sempre di carta nuova e storie non ancora scoperte. Non avevo programmato nulla, volevo solo curiosare tra le novità quando l’ho visto: Marco Marinoni, seduto al tavolo delle firme, con una pila ordinata del suo ultimo romanzo. Stava promuovendo proprio quello… eppure i miei occhi sono caduti altrove.
Follia a due.
Quella copertina mi ha chiamata come un sussurro.
Non so perché. Forse l’atmosfera, forse quel titolo che prometteva oscurità, traumi e ombre che camminano accanto alle persone. Così ho fatto quello che faccio quando un libro mi sceglie: l’ho preso in mano, l’ho sfogliato, ho letto le prime righe. Ed è stato come essere risucchiata.
Ero entrata in libreria per caso.
Ma non era un caso che fossi uscita proprio con Follia a due.

Una storia che morde, che non molla, che scava
Marinoni non scrive un semplice thriller: costruisce un’esperienza.
La storia di Fausto Bottero — caporal maggiore reduce dall’Afghanistan che rientra a Torino e vede la sua vita frantumata da un evento atroce — è una di quelle narrazioni che non si leggono: si vivono.
Fin da subito capisci che dietro le apparenze c’è un mondo più oscuro, una rete di segreti sepolti, abusi taciuti, follie che non nascono mai dal nulla. C’è una Torino che non è solo ambientazione: è un personaggio vivo, cupo, gelido. Fatta di fiumi neri, vicoli che ingoiano i passi e palazzi eleganti che nascondono perversioni inconfessabili.
Marinoni ti trascina in un labirinto di dolore e vendetta, dove nulla è semplice e ogni dettaglio è un ingranaggio che si incastra perfettamente nel meccanismo della storia.
È uno di quei romanzi che, mentre leggi, ti fa dimenticare il mondo attorno a te.
Un dolore troppo evidente, che arriva fin dentro la pelle
Una delle caratteristiche più potenti — e più difficili da sostenere — di Follia a due è il modo in cui il dolore prende forma. Non è solo raccontato: è quasi fisico.
È un dolore che pulsa pagina dopo pagina, che si insinua nei dialoghi, negli sguardi, nei silenzi.
A volte arriva come una fitta.
A volte come un pugno nello stomaco.
È così evidente, così concreto, che in certi momenti ti ritrovi a chiudere il libro solo per riprendere fiato. Perché sì, la sofferenza di Fausto — e quella che impregna tutta la storia — ti tocca troppo. Ti attraversa. Ti lascia segni che rimangono anche quando smetti di leggere.
Ed è proprio questo che rende il romanzo diverso da tanti altri: la capacità di farti male nel modo giusto, senza mai diventare artificioso. È un dolore autentico, umano, raccontato con una crudezza che non si nasconde.
Personaggi che restano addosso
Fausto è un protagonista che si spezza e si ricompone davanti ai tuoi occhi.
Non è un eroe: è un uomo ferito, arrabbiato, vulnerabile.
E forse proprio per questo non riesci a guardare da un’altra parte.
Accanto a lui, Valentina — ex collega della moglie — porta un altro tipo di forza, più silenziosa ma altrettanto incisiva. I due non formano una coppia investigativa da manuale, ma due esseri umani che provano a rimanere in piedi mentre il mondo intorno si sgretola.
E poi ci sono gli altri.
I mostri veri.
Quelli che non hanno bisogno di sovrannaturale perché la realtà, a volte, basta da sola a far paura.
Perché questo romanzo funziona così bene
💀 È crudele, ma mai gratuito.
🎭 È psicologico, ma mai pesante.
🔎 È investigativo, ma profondamente umano.
🏙️ È ambientato in una Torino che sembra respirare insieme ai personaggi.
La ricerca è solida, la scrittura è tesa e precisa, i temi — dalle follie condivise agli abissi della mente umana — sono trattati con una maturità narrativa che sorprende.
Follia a due non è solo un thriller.
È una ferita che pulsa.
Un viaggio in una zona grigia tra giustizia e vendetta, dolore e follia.
Una scelta istintiva, un colpo di fortuna
Ripenso spesso a quella mattina ad Alba.
Avrei potuto lasciare quel libro sul tavolo, tirare dritto verso le novità del momento.
E invece qualcosa mi ha fermata.
Non avevo torto.
Non per una singola pagina.
Follia a due è uno di quei romanzi che ricordano perché amiamo i thriller: perché ci fanno guardare nell’abisso umano senza concederci comode scorciatoie. Perché ci mostrano cosa resta quando la mente si spezza e quando le istituzioni falliscono.
È un libro che rimane addosso.
Che morde.
Che non si dimentica.
📘 Scheda Libro – Follia a due
Titolo: Follia a due
Autore: Marco Marinoni
Genere: Thriller psicologico / Noir
Casa editrice: Mursia
Anno di pubblicazione: 2021
Pagine: 304
Ambientazione: Torino
Temi principali: trauma, follia condivisa, abusi, psichiatria infantile, vendetta, dolore, perdita, indagine personale
Stile narrativo: diretto, crudo, immersivo, fortemente psicologico
Ideale per chi ama: thriller intensi, storie oscure, protagonisti tormentati, noir italiani con grande cura dell’ambientazione
Conclusione: un romanzo che consiglierei senza esitazione
Se cerchi un thriller che non si limiti a intrattenerti ma che ti scuota, che ti lasci inquieta e insieme affascinata, Follia a due è una scelta perfetta.
È disturbante, profondo, potente.
E sì: a volte fa male.
Ma è quel tipo di male che rende la lettura memorabile.

Lascia un commento